Nel campo della danza antica La Rossignol ha, da sempre, profuso il massimo del proprio impegno a partire dallo studio delle fonti dirette, manoscritte o edite a stampa, e dalla ricostruzione dei passi spiegati e illustrati nei più celebri trattati di danza in uso tra il XV e il XVII secolo. Le proposte che seguono, comunque molto efficaci e rappresentative, realizzate in costume, con strumenti e stili esecutivi d'epoca, debbono naturalmente intendersi come esemplificative.
Leonardo e il suo tempo
Leonardo da Vinci e l'arte
"che si va consumando mentre ch'ella nasce"
È un tempo, il Suo, in cui l’arte “che si va consumando mentre ch'ella nasce”, come Egli la definisce, vive una stagione di incredibile ricchezza, con capolavori che si susseguono in un crescendo affascinante e stupefacente: l’esperienza umanistica produce un’arte coreutica raffinata, elegante, codificata in forme scritte ben precise da grandi Maestri come “lo spectable e nobele cavaliero Messer Domenichino Piacentino, magister di buone maniere et del danzare” ed il suo più celebre allievo “Magister Guglielmi Hebraei Pisauriensis”, considerati in tutto il mondo autentiche pietre miliari della storia della danza.
Lo spettacolo, senza alcuna pretesa esaustiva, propone una sorta di “viaggio ideale” nella musica e nella danza in uso nei luoghi in cui Leonardo visse e creò, con lo scopo di evocarne ambienti, suoni e immagini.
Il programma prevede anche l'esecuzione di due curiosità storiche: i Rebus musicali di Leonardo e una bassa danza ricostruita utilizzando la melodia scoperta nell'ultima cena da G.M.Pala ("La musica celata" Ed. Vertigo, 2007).
Organico: da 6 a 12 artisti
Balli et meraviglie nove
Musiche e danze europee nei libri a
stampa del Rinascimento Italiano
“Avete a sapere ch'io non mi contento del cortegiano s'egli non è ancor musico e se, oltre allo intendere ed esser sicuro a libro, non sa di varii instrumenti...” afferma ne “Il primo libro del cortegiano” il conte Baldesar Castiglione, a testimonianza della straordinaria attenzione che la nobiltà rinascimentale riserva alla musica.
Diletto delle classi alte, eccellente ideale di vita sociale, essa vive in quest’epoca una stagione di incredibile ricchezza, con capolavori che si susseguono in un crescendo affascinante e stupefacente.
L'Italia, in quel tempo frammentata in un complesso di diversi Stati, ma terra di alta sperimentazione, dà vita a un’arte musicale raffinata, elegante, punto di incontro per tutti i musicisti d'Europa.
L'invenzione della stampa consentirà l'ampia circolazione di partiture e idee: dunque possiamo affermare che l’evoluzione stessa del concetto di “Europa musicale”, abbia qui le sue radici.
Nei libri pubblicati nelle celebri stamperie italiane, si trovano numerosi brani con riferimenti espliciti a luoghi d'oltralpe: musiche forse solo immaginate, comunque filtrate e reinterpretate dalla genialità italiana.
Lo spettacolo, proposto in costume e con l'ausilio del suono incantevole di strumenti antichi e ricchi di fascino, propone un divertente e significativo viaggio proprio in quelle musiche e in quelle danze.
Organico: da 8 a 12 artisti
Con canti suoni e balli
Musica e danza nelle corti italiane
tra XV e XVI secolo
Il Rinascimento in Italia fu un periodo di straordinaria creatività e sviluppo in tutti i campi del sapere.
Per la danza si tratta di una stagione di incredibile ricchezza dove i capolavori si susseguono in un crescendo affascinante e stupefacente ed essa diviene il simbolo della divina armonia cosmica: la sublimazione dei gesti e delle le posture, le movenze misurate e controllate, rappresentano, quale garanzia di dignità e prestigio, l'ordine e la concordia che regnano a corte.
Nasce un’arte coreutica raffinata e codificata in forme scritte ben precise, un vero rituale di celebrazione del potere in cui i protagonisti sono i cortigiani, attori e spettatori al tempo stesso.
Tra i grandi Maestri, ricercati organizzatori ed animatori di feste e banchetti atti ad interpretare la magnificenza dei loro protettori, spiccano Domenico da Piacenza, Guglielmo Ebreo da Pesaro, Fabritio Caroso da Sermoneta e Cesare Negri milanese: con le loro opere, pietre miliari della storia della danza, hanno contribuito in modo determinante cammino dell’arte, in un felice itinerario verso la perfezione della musica e della danza in un’epoca in cui esse contribuirono attivamente alla evoluzione del pensiero umano.
Organico: da 6 a 12 artisti
Festa Barocca
Arie e danze nel XVII secolo
Nel XVII secolo si verifica in Europa la più grande esplosione di balli di tutti i tempi.
La danza diviene una delle arti più amate e, per dame e cavalieri, il ben figurare nel ballo diventa condizione per affermarsi: ballare non è più solo un divertimento, una tecnica di corteggiamento, ma un’arte raffinata, elegante, codificata in forme ben precise.
Parte di questo successo si deve indubbiamente al genio del compositore, ballerino e strumentista fiorentino Giovanni Battista Lulli, naturalizzato francese col nome di Jean-Baptiste Lully, al servizio di Luigi XIV, monarca che attribuì alla danza un ruolo socio-culturale centrale e persino un valore strategico-politico, dato che partecipare ad un balletto del re voleva dire partecipare alla sua grandezza e alla sua potenza.
Il programma si ispira liberamente a “Della tragedia antica e moderna” un trattato del bolognese Pier Jacopo Martello (1665-1727) il quale descrive gli stili di danza francese, spagnola e italiana.
Organico: 6 artisti